Nuove proteste contro
Erdogan. Dopo la morte cerebrale di un giovane ad Ankara, nella Capitale ha
perso la vita un ragazzo di 20 anni, vittima di un incidente avvenuto domenica.
Jay Carney, portavoce della Casa Bianca, garantisce collaborazione al governo sul
fronte della crisi in Siria
on si arrestano le proteste contro il governo di Erdogan e
migliaia di manifestanti sono tornati stasera ad affollare piazza Taksim a Istanbul e a
scendere in strada in altre città della Turchia,
dove si registrano nuovi scontri con la polizia. E dopo la morte cerebrale di
un ragazzo raggiunto da un colpo di pistola alla testa ad Ankara, un
altro giovane coinvolto nelle proteste ha perso la vita nella capitale,
travolto da un’auto lanciata contro un gruppo di manifestanti antigovernativi.
L’incidente è avvenuto domenica e la vittima è il 20enne Mehmet Ayvalitas,
che attraversava con altri manifestanti un’ampia strada della città sul Bosforo.
Erdogan, bersaglio delle proteste, non è in queste ore in Turchia, essendo
partito regolarmente per una prevista missione nel Maghreb.
A una settimana
dall’inizio della protesta di Gezi Park contro la distruzione di 600 alberi
nel cuore di Istanbul, quella che ora è diventata la rivolta della Turchia
laica contro il premier islamico dilaga anzi ogni giorno di più nel paese. La
notte scorsa e di nuovo questo pomeriggio ci sono stati duri scontri vicino
agli uffici del premier e del partito islamico Akp a Istanbul, Ankara e Smirne fra polizia e manifestanti. In tutto
il paese centinaia di migliaia di manifestanti da giorni scendono in piazza per
chiedere le dimissioni del premier. La dura repressione da parte della polizia
ha suscitato condanna e allarme in tutto il mondo. Il segretario di stato Usa John Kerry si è detto “preoccupato” e ha chiesto
un’indagine sul comportamento della polizia. Gli Usa, alleati
della Turchia, ha
ammonito, “sostengono con forza il diritto alla libertà di espressione compreso
quello di protestare pacificamente”.
Monito analogo dalla
Casa Bianca, che pure ha ribadito di voler cooperare con Erdogan sul dossier
della guerra civile siriana. Decine di migliaia di persone – molti giovani,
tanti oppositori al governo Akp, ma anche moltissima gente comune – hanno
occupato pacificamente Taksim, la
piazza simbolo della rivolta nella Capitale, da dove il governo ha ritirato la
polizia sabato pomeriggio. Polizia e manifestanti si sono tuttavia scontrati di
nuovo questa sera a Besiktas,
vicino alla residenza sulBosforo di Erdogan. Le forze antisommossa
hanno caricato, usando anche gas lacrimogeni e idranti. Gli scontri più
violenti sono stati registrati del resto anche oggi nel centro di Ankara, aKizilay, vicino
al palazzo della presidenza del governo. Una deputata dell’opposizione ha detto
che ci sono stati 1500 arresti, centinaia di feriti. A Smirne nella notte sono stati attaccati e
parzialmente incendiati gli uffici del partito islamico Akp del premier.
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