Inceneritore
presso cementificio di Italcementi a Matera, scende in campo il Comitato “No
Inceneritore a Matera . “Mentre i comitati civici e le associazioni lucane sono
intente a raccogliere firme per la legge di iniziativa popolare nazionale
Rifiuti Zero, mirante (una volta approvata e a regime) ad eliminare sia le
discariche che gli inceneritori, Italcementi Spa il 17 maggio 2013 ha richiesto
al Dipartimento ambiente della Regione Basilicata il rilascio di autorizzazione
VIA/AIA per poter bruciare come combustibile fino a 60 mila tonnellate l’anno
di rifiuti definiti non pericolosi (CDR e CSS) presso il cementificio di
località Trasano.
La richiesta, se approvata, renderebbe
l’impianto in oggetto un inceneritore a tutti gli effetti, visto che già ora
brucia pet coke e pneumatici, a circa 3 km in linea d’aria dall’abitato di
Matera.
Come nascente comitato di opposizione
all’inceneritore materano (camuffato da cementificio), vogliamo enumerare gli
aspetti negativi di questi impianti:
“I cementifici che funzionano da
inceneritori sono altamente inquinanti perchè:
hanno limiti di emissioni superiori di
più del doppio rispetto agli impianti che nascono per l’incenerimento;
la combustione di rifiuti nei
cementifici comporta una variazione della tipologia emissiva di questi
impianti, lasciando inalterata la produzione di diossina e aumentando quella di
metalli pesanti come mercurio e piombo);
l’utilizzo del CSS (combustibile da
rifiuto ndr) nei cementifici prevede l’inglobamento delle ceneri tossiche
prodotte dalla combustione dei rifiuti, cosa che comporta rischi potenziali per
la salute dei lavoratori e possibili rischi ambientali per l’eventuale rilascio
nell’ambiente di sostanze tossiche.
La destinazione dei rifiuti a pratiche di
incenerimento è contraria alla recente raccomandazione del Parlamento Europeo
(A7-0161/2012, adottata a Maggio 2012, di rispettare la gerarchia dei rifiuti e
di intraprendere con decisione, entro il prossimo decennio, la strada
dell’abbandono delle pratiche di incenerimento di materie recuperabili in altro
modo. Una politica finalizzata alla transizione dal concetto di rifiuto a
quello di risorsa, che preveda una progressiva riduzione della quantità di
rifiuti prodotti e una concreta politica di riutilizzo della materia attraverso
trattamenti a freddo, sarebbe pratica decisamente più sostenibile,
economicamente vantaggiosa e orientata al bene comune di quanto sia qualunque
scelta che comporti forme di incentivo alla combustione.
L’Italia
è la nazione Europea con il maggior numero di cementifici e questi impianti
causano conseguenze misurabili sulla salute dei residenti nei territori
limitrofi, in particolare in età pediatrica [20]. L’incentivazione e
l’agevolazione della combustione dei rifiuti nei cementifici potrebbe produrre
significative conseguenze ambientali, sanitarie ed economiche e sarebbe ad
unico vantaggio dei produttori di CSS e dei proprietari di cementifici”. (A. Di
Ciaula, Associazione Medici per l’Ambiente cfrhttp://ecodallecitta.it/notizie.php?id=114946&fb=1)
Occorre aggiungere, inoltre, che nella
zona in oggetto i venti provengono prevalentemente dal quadrante orientale e
pertanto i fumi prodotti dalla combustione investono con una certa regolarità
la zona nord dell’abitato di Matera, circostanza che i cittadini hanno già
segnalato in più di una occasione, lamentando un odore acre di pneumatici
bruciati.
Appare evidente, pertanto, che questa
operazione risulterebbe conveniente solo per la Italcementi che, oltre a
risparmiare sull’acquisto di combustibili, ricaverebbe profitti dalla
combustione dei rifiuti.
I
cittadini materani, al contrario, vedrebbero messo seriamente in discussione il
proprio sacrosanto diritto alla salute.
Alla luce dei rischi qui esposti, presenteremo le nostre osservazioni, col supporto tecnico di esperti, entro il 16 luglio 2013 (entro i 60 giorni previsti per legge) al Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità della regione Basilicata.
Alla luce dei rischi qui esposti, presenteremo le nostre osservazioni, col supporto tecnico di esperti, entro il 16 luglio 2013 (entro i 60 giorni previsti per legge) al Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità della regione Basilicata.
In ogni caso, considerando infine la
gravità della situazione, ci aspettiamo un celere pronunciamento ufficiale
delle istituzioni locali (Comune di Matera, Ente Parco della Murgia Materana,
Provincia di Matera) a tutela della salute dei propri cittadini e
dell’ambiente.
Matera, Comitato No Inceneritore a
Matera – Mento sul cemento
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