Questo accordo è una infamia.
E’ l’accordo Fiat esteso a tutto il mondo del lavoro”. Giorgio Cremaschi, dal
palco del congresso Usb, torna a sparare a zero contro l’accordo del 31 maggio.
Lo fa con forza appoggiando in pieno il programma di lotta di Usb da ottobre in
poi e spingendo l’acceleratore sull’interlocuzione tra Rete 28 aprile in Cgil e
sindacalismo di base. Carlo Gulielmi, avvocato del lavoro, che interviene a
ruota, non solo rincara la dose ma fa a pezzi tutte le posizioni che pur non
abbracciando l’intesa tra i sindacati confederali e Confindustria hanno
sottolineato i cosiddetti aspetti positivi. “Non c’è niente di positivo – dice
Guglielmi – ci stanno vendendo il fumo: è falso che questo accordo l’ha imposto
Confindustria perché c'era la piattaforma unitaria sulla rappresentnza; è falso
che si supera la riserva del “terzo” (perché già superata, ndr). E’ vero invece
che si riproduce lo stesso meccanismo dell’esclusione già sperimentato sul
campo dell’accordo confezionato da Sergio Marchionne in Fiat. Esigibilità? “E’
uno specchietto per le allodole – puntualizza Guglielmi – perché il contratto è
già esigibile”. “Queste norme sono state introdotte con uno scopo preciso –
conclude – che è quello di vietare il conflitto”.
Oggi al congresso Usb è andato
“in onda” il dibattito vero tra lavoratori, attraverso le mille esperienze di
lotta che il sindacalismo di base è riuscito a mettere in piedi nel Bel Paese.
Da Taranto, dove per bloccare Usb ora ci sarà il giudice in forza dell’accordo
del 31 maggio, o comun que in base ad una sua capziosa interpretazione; dal San
Raffaele di Milano, teatro di un vero e proprio miracolo che ha spuntato un
accordo senza licenziamenti dopo un referendum abrogativo di quello precedente;
dai cortei dentro i centri commerciali come a Casal Boccone a Roma,
all’esplosione dei consensi all’Ipercoop di Firenze. “Siamo stati quelli che
abbiamo tirato fuori dall’anonimato migliaia di lavoratori”, dice una delegata.
Difficile dargli torto: scioperi ad oltranza, sit in sui tetti dei ministeri,
non si sono risparmiati nulla. Al San Raffaele di Milano una delle carte
vincenti è stato il coinvolgimento degli utenti della sanità. Il congresso
preparatorio a questo dice “Il sindacato utile”. Questo programma sembra essere
stato rispettato. Ora la sfida è andare verso la confederalità, e non
solo sindacale ma anche sociale.
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