Scrivo queste righe, senza la pretesa di essere esaustivo,
per ragionare insieme e anche per sgombrare il campo dalle caricature che, in
modo preoccupante , vedo aleggiare nella nostra discussione. Vorrei che si
discutesse – tanto più all’esito negativo dell’Assemblea Nazionale di Sel che
sembra ripercorrere i tragici errori di Palermo e Napoli – di come, su che cosa
e per che cosa si costruisce dal basso una lista della SINISTRA e dei BENI
COMUNI.
La prima cosa che voglio sgombrare dalla nostra discussione –
inserita malauguratamente da un titolo del “Manifesto” e che non risulta da
nessuna frase di Paolo Ferrero - è questa storia della rinuncia della falce e
martello dal simbolo elettorale. Se alla vigilia della Sinistra Arcobaleno
questa discussione aveva più che un senso perché in corso c’era una chiara
operazione neocchettiana di fuoriuscita moderata dalla tradizione comunista,
oggi mi sembra assolutamente ridicola. Per la “sanità” della nostra discussione
lasciamola un attimo da parte (la riprenderò dopo aver parlato di politica) ,
IL POTENZIALE DIVORZIO DI SEL DAI SUOI ELETTORI
Il documento approvato a larghissima maggioranza
dall’assemblea nazionale di Sel è un via libera all’accordo comunque sia con il
Pd. Certo si è corretto a sinistra il linguaggio : dopo l’insurrezione sul web
dei militanti in seguito alle dichiarazioni di Vendola dopo l’incontro con
Bersani era assolutamente ovvio che questo sarebbe avvenuto. Ma è un linguaggio
che è destinato a non reggere alla prova dei fatti. Che significa dire che
bisogna aiutare il Pd a sconfiggere l’ala montiana? Non sanno questi compagni
che il governo Monti , non è un incidente di percorso né una parentesi
crociana, ma un fatto costituente del Partito Democratico? Certo, non mi
sfuggono le contraddizioni e le sofferenze del popolo e anche di alcuni
dirigenti del Pd, ma proprio per questo solo la scesa in campo di una
soggettività di sinistra, chiaramente antineoliberista e alternativa alle
politiche europee dominanti, può drenare e liberare energie per una evoluzione
diversa. Giustamente il documento dei compagni Gianni e Bandoli pone la
questione della rimessa in discussione del Fiscal Compact e dello
stravolgimento della Costituzione repubblicana avvenuta con l’introduzione
all’art.81 del vincolo del pareggio di bilancio. Perché il programma del
prossimo governo – aldilà di primarie, carte d’intenti, propaganda elettorale –
è già tutto scritto li. Si vuole per caso fare una campagna elettorale
all’insegna dell’inganno, contando sulla dote affabulatrice dei propri leader e
sul gioco di sponda con Casini , per poi sposarsi con Casini il giorno dopo il
voto? Che prospettiva può dare al popolo di sinistra una siffatta politica?
LE PRIMARIE RIESCONO SOLO SE C’E’ LA PACE SOCIALE
Si obietterà che la stragrande maggioranza dei dirigenti di
Sel ha deciso democraticamente che questa è la strada da seguire e che solo
otto dirigenti hanno proposto una strada alternativa. Vorrei sommessamente
ricordare che anche a Palermo e Napoli la maggioranza del gruppo dirigente di Sel
decise di stare comunque con il Pd e che ci hanno pensato gli elettori a
sconfessarli clamorosamente. Certo questa volta scende in campo Vendola in
persona, candidandosi a premier delle primarie. Questo sarebbe stato un fatto
importante se non decisivo uno, due anni fa quando dovevamo costruire
l’alternativa a Berlusconi e quello del centrosinistra era il campo in cui
farlo. Qui dobbiamo costruire l’alternativa a Monti ed è il ring stesso in cui
si celebrano le primarie ad essere sbagliato. Tanto più perché fuori, nella
società e nella carne viva delle persone, la crisi morde e gli effetti delle
sciagurate politiche recessive approvate con il voto determinante del Pd , si
faranno sempre più sentire. Vendola ha solo una chance di far si che le
primarie catalizzino l’attenzione dell’opinione pubblica : che in autunno ci
sia la pace sociale. Solo a questa condizione infatti il teatrino di una
politica virtuale giocata sulla scelta cosmetica tra Vendola, Bersani e Renzi
può avere una qualche possibilità di successo. Ma in autunno le nubi del
malessere sociale possono anche evolvere in fragorosi rovesci , e la scesa in
campo di una soggettività dell’opposizione sociale non può che porsi il
problema di essere alternativa a Monti e ai partiti che lo sostengono.
UNA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA ALTERNATIVA AL GOVERNO MONTI
Allora che fare a sinistra? Occorre investire nell’unità e
nelle lotte. Lo dobbiamo fare sapendo che nessuna delle soggettività
organizzate è da sola in grado di fare come Siryza in Grecia e che è necessario
che si mettano in discussione e a disposizione di un processo più largo. Con
l’Idv è possibile avviare l’idea di una coalizione di centrosinistra
alternativa. L’Idv è una forza liberalprogressista che ha avuto il coraggio di
contrastare in questi mesi il montismo. Non è una forza marxista o
rivoluzionaria ma è una forza democratica fortemente legata ai valori
Costituzionali. Si è schierata contro Marchionne e con la Fiom. L’abbiamo
trovata in tante lotte di fabbrica, cosa che non era affatto scontata. Non mi
sfuggono i limiti del populismo , le ambiguità su Genova, la tendenza
securitaria. Sta però ad una soggettività di sinistra correggere – e non solo
su questo terreno – il profilo di una coalizione di centrosinistra alternativo.
Come avvenuto a Palermo e Napoli occorre un quadro più grande di noi per dare
una speranza al Paese, che parli ai tanti disillusi del Pd , ai tanti elettori
di sinistra sfiduciati e che si vorrebbero rifugiare nell’astensione o nel
grillismo. Costruire dunque una massa critica democratica che polarizzi energie
e speranze è una condizione importantissima per la costruzione della LISTA
DELLA SINISTRA E DEI BENI COMUNI.
COME FARE LA LISTA DELLA SINISTRA E DEI BENI COMUNI
Con un processo aperto, dal basso, democratico e partecipato.
Non solo forze organizzate FDS, ALBA, VERDI, SINISTRA CRITICA , ma coinvolgendo
la sinistra diffusa di liste locali, di collettivi, comitati territoriali,
esperienze di alternativa e di resistenza. Un soggetto in cui ognuno si senta a
casa senza rinunciare a se stesso, ma che diventi per questo forza attrattiva.
Certo sarebbe straordinario (e naturale) che in questo progetto di unità della
sinistra ci fosse anche Sel, come d’altronde sta avvenendo in Sicilia. Fino
all’ultimo va perseguito anche questo obiettivo, perché non solo è cosa buona e
giusta, ma anche perché, ne sono certo, forze ed energie oggi vicine o interne
a Sel potranno far parte comunque di questo processo.
So che dentro la Fds alcuni non escludono un accordo anche con il Pd. Su questo dico due cose. La prima è che i fatti hanno la testa dura e se in autunno ci sarà una mobilitazione sociale contro Monti questa mobilitazione vedrà tutte le forze della Fds schierarsi senza se e senza ma, dalla parte delle lotte. Queste lotte saranno inevitabilmente in rotta di collisione con il Pd, allargandone il solco politico e l’impossibilità di una alleanza elettorale
La seconda è un avviso ai gruppi dirigenti della FDS : non si illuda nessuno che dopo quattro anni di unità si possa tornare sui propri passi ed ognuno nel proprio orticello. Pur essendo stata una unione difficile in una situazione difficile, sono più i casi in cui le appartenenze si sono mischiate che quelle in cui la rigidità dei gruppi dirigenti locali ha portato a percorsi differenti. Dobbiamo decidere tutti insieme la strada da prendere. Gli iscritti e le iscritte alla FDS devono democraticamente essere chiamati a pronunciarsi . Certo, gli avversari proveranno a dividerci, ma se prevarrà il senso di responsabilità e di appartenenza ad una storia comune, sono certo che saremo in grado di agire come una sola persona.
So che dentro la Fds alcuni non escludono un accordo anche con il Pd. Su questo dico due cose. La prima è che i fatti hanno la testa dura e se in autunno ci sarà una mobilitazione sociale contro Monti questa mobilitazione vedrà tutte le forze della Fds schierarsi senza se e senza ma, dalla parte delle lotte. Queste lotte saranno inevitabilmente in rotta di collisione con il Pd, allargandone il solco politico e l’impossibilità di una alleanza elettorale
La seconda è un avviso ai gruppi dirigenti della FDS : non si illuda nessuno che dopo quattro anni di unità si possa tornare sui propri passi ed ognuno nel proprio orticello. Pur essendo stata una unione difficile in una situazione difficile, sono più i casi in cui le appartenenze si sono mischiate che quelle in cui la rigidità dei gruppi dirigenti locali ha portato a percorsi differenti. Dobbiamo decidere tutti insieme la strada da prendere. Gli iscritti e le iscritte alla FDS devono democraticamente essere chiamati a pronunciarsi . Certo, gli avversari proveranno a dividerci, ma se prevarrà il senso di responsabilità e di appartenenza ad una storia comune, sono certo che saremo in grado di agire come una sola persona.
LA LEGGE ELETTORALE E L’ASSURDO DIBATTITO SUI SIMBOLI
L’attuale indeterminatezza della situazione politica è data
anche dalla legge elettorale (anche se le scelte, come ho scritto sopra, a
sinistra sono indipendenti da essa)
I partiti di maggioranza si stanno accordando perché la legge abbia un unico esito : la prosecuzione di Monti (magari senza di lui ma con la sua politica) anche nella prossima legislatura. Napolitano è il mentore di questa opzione e chiede correzioni al porcellum tali da far si che l’esito sia comunque un governo di grande coalizione così come chiedono – ci viene ripetuto ad ogni piè sospinto – dai mercati. Questo significa sicuramente aumento della quota dello sbarramento (dal 4 al 5% se non di più) e discussione ancora aperta sulla quantità del premio di maggioranza e se attribuirla alla coalizione o al primo partito. L’accordo estivo prevedeva che premio (del 12,5%, ben più, per capirci di quanto prendeva il PSI di Craxi) fosse attribuito al primo partito. La cosa ha messo in allarme Sel perché in quel caso sarebbe costretta a fare il listone con il Pd (“così perdiamo voti” ha detto Vendola e non parlava solo dell’alleanza con l’Udc). Se invece il premio sarà attribuito alla coalizione resterebbe comunque l’innalzamento dello sbarramento al 5% , percentuale da superare tutt’altro che scontata per Sel.
Il nodo riguarda anche noi . Sia se il premio va alla lista o alla coalizione sia l’innalzamento o meno dello sbarramento. Per questo sui modi concreti della presentazione della SINISTRA E DEI BENI COMUNI dobbiamo necessariamente attendere che il quadro si chiarisca. In questa situazione la discussione sui simboli è semplicemente ridicola. Tutti noi sappiamo che la falce e martello da sola non basta a superare neanche lo sbarramento del 4%. Forse ce la possiamo fare – come in Sicilia – affiancando al nostro simbolo il simbolo del Sole che ride (sempre che i Verdi siano d’accordo nel collocarsi in questo campo della politica). Anche Alba legittimamente vorrà un proprio simbolo grafico nel quale riconoscersi. Se poi lo sbarramento sarà ancora più in alto dovremo pensare ad un listone anche con l’Idv. Ma discutere di questo adesso è farci delle seghe mentali. Lavoriamo invece sul progetto – coalizione di centrosinistra alternativa e lista unitaria delle sinistre che si oppongono a Monti – ed evitiamo di impiccarci ad una discussione inutile e stucchevole.
I partiti di maggioranza si stanno accordando perché la legge abbia un unico esito : la prosecuzione di Monti (magari senza di lui ma con la sua politica) anche nella prossima legislatura. Napolitano è il mentore di questa opzione e chiede correzioni al porcellum tali da far si che l’esito sia comunque un governo di grande coalizione così come chiedono – ci viene ripetuto ad ogni piè sospinto – dai mercati. Questo significa sicuramente aumento della quota dello sbarramento (dal 4 al 5% se non di più) e discussione ancora aperta sulla quantità del premio di maggioranza e se attribuirla alla coalizione o al primo partito. L’accordo estivo prevedeva che premio (del 12,5%, ben più, per capirci di quanto prendeva il PSI di Craxi) fosse attribuito al primo partito. La cosa ha messo in allarme Sel perché in quel caso sarebbe costretta a fare il listone con il Pd (“così perdiamo voti” ha detto Vendola e non parlava solo dell’alleanza con l’Udc). Se invece il premio sarà attribuito alla coalizione resterebbe comunque l’innalzamento dello sbarramento al 5% , percentuale da superare tutt’altro che scontata per Sel.
Il nodo riguarda anche noi . Sia se il premio va alla lista o alla coalizione sia l’innalzamento o meno dello sbarramento. Per questo sui modi concreti della presentazione della SINISTRA E DEI BENI COMUNI dobbiamo necessariamente attendere che il quadro si chiarisca. In questa situazione la discussione sui simboli è semplicemente ridicola. Tutti noi sappiamo che la falce e martello da sola non basta a superare neanche lo sbarramento del 4%. Forse ce la possiamo fare – come in Sicilia – affiancando al nostro simbolo il simbolo del Sole che ride (sempre che i Verdi siano d’accordo nel collocarsi in questo campo della politica). Anche Alba legittimamente vorrà un proprio simbolo grafico nel quale riconoscersi. Se poi lo sbarramento sarà ancora più in alto dovremo pensare ad un listone anche con l’Idv. Ma discutere di questo adesso è farci delle seghe mentali. Lavoriamo invece sul progetto – coalizione di centrosinistra alternativa e lista unitaria delle sinistre che si oppongono a Monti – ed evitiamo di impiccarci ad una discussione inutile e stucchevole.
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