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giovedì 20 settembre 2012

Diritti civili e norme anti-Casta, così vincerò le primarie”. Parla Laura Puppato

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Intervista all'outsider Laura Puppato, l'imprenditrice trevigiana che si è candidata alle primarie del centrosinistra: "Sì a matrimoni gay ed una legge sul fine vita". E per arginare Grillo, "ricreiamo il rapporto di fiducia tra politica e cittadini". La futura coalizione? "Intanto un Pd forte poi si vedrà" .
Intervista a Laura Puppato 
“Subito una legge in Parlamento sul fine-vita e sì ai matrimoni gay”, “taglio di tutti i privilegi alle cariche istituzionali, a partire dalle auto blu”. Parola di outsider. Laura Puppato, la 55enne imprenditrice trevigiana e attuale consigliera regionale del Veneto, ha le idee chiare. Sa da dove viene e soprattutto dove vuole arrivare: “Gareggio nelle primarie per vincerle”. E sul rapporto col movimento Se non ora quando, “ci ho partecipato e condiviso le battaglie, ancora adesso c’è un rapporto”.
Perché la decisione di candidarsi alle primarie del centrosinistra?
La questione prendeva una brutta piega: le primarie – che sono uno strumento importante sia per creare una relazione con la gente sia per parlare da subito di contenuti – stavano diventando una “rissa” interna al partito. E la politica? I programmi? Nulla di tutto ciò. Così ho fatto un passo in avanti.
Lei più volte ha insistito sull’idea di “Pd forte”. Per caso ha in mente di tornare alla vocazione maggioritaria di memoria veltroniana o già adesso ipotizza il tipo di coalizione che dovrà formare il prossimo governo di centrosinistra?
Il mio partito deve essere il traino del Paese, in grado di rilanciare l’Italia e ridare credibilità alla politica agli occhi dei cittadini ormai sfiduciati: il 40 per cento degli italiani non vota, un altro 20 sostiene Grillo o sposa la sua idea “distruttiva”, rimane solo un altro 40 per cento… poco, troppo poco. E con questa legge elettorale, per avere una stabilità al governo dobbiamo superare il 30, altrimenti saremo condizionati da altri soggetti e – vista la crisi – c’è bisogno di una coalizione unita e con una chiarezza di intenti. Ci vogliono scelte coraggiose e un governo forte.
Che giudizio dà dei tecnici? Il Pd è stato costretto a sostenere un esecutivo innaturale con Udc e Pdl. Scelta giusta?
Monti ha avuto il merito di ridare credibilità al Paese, era una fase necessaria. L’errore sarebbe continuare: adesso deve tornare la politica, i partiti. Poi ovvio alcuni provvedimenti hanno creato malumore come la riforma pensionistica e il caso degli esodati, si poteva fare meglio, ma i tecnici hanno avuto un ruolo indispensabile.
Il suo programma. Partiamo dal lavoro. Quali sono le sue ricette per rilanciare l’economia nel Paese? Cosa ne pensa della manomissione dell’art 18 votata tra l’altro anche dal suo partito?
Un Paese civile deve pensare all’equità, soprattutto quando le diseguaglianze sociali si stanno ampliando. E’ necessario prestare attenzione a come investiamo i soldi pubblici: sono stati, ad esempio, sperperati per l’Alcoa o per la Fiat perché manca una politica industriale e di sviluppo economico. Le imprese devono essere messe nelle condizioni idonee: lo Stato dovrebbe garantire rispetto al sistema giudiziario, ai trasporti, all’infrastrutture, alla burocrazia (tempi celeri per le pratiche), defiscalizzare il costo del lavoro. In cambio l’impresa deve mettere in campo innovazione e ricerca, essere in grado di efficientare impianti e rispettare l’ambiente. Così garantisce anche reddito, diritti ed occupazione. L’economia non riparte toccando l’art 18, così come ritiene Marchionne.
Come pensa di arginare la spinta “anti-Casta” di Grillo? Anche per lei, come Renzi, è per un rinnovamento generale?
La questione non è anagrafica. Abbiamo affrontato un periodo sciagurato, quello del berlusconismo, che ha distrutto la giustizia e occupato l’informazione; fatto perdere credibilità al Paese. Pensiamo alla depenalizzazione del falso bilancio o al Porcellum che non è il nome di una legge ma l’emblema della sconfitta di questa politica fatta di illusione e frode. Ricreare il rapporto cittadini-politica, questo l’arduo compito: riconquistare la fiducia delle persone. Se non si mantengono le promesse… si va a casa!
Esempi concreti: riduzione a due mandati in ogni istituzione, pausa eguale al mandato se si intende passare da una istituzione all’altra, incompatibilità tra parlamentare e ministro e tra mandati elettorali in diverse istituzioni. E’ d’accordo?
Certo, sono anche per uno stipendio di parlamentare in base alla media europea, all’azzeramento dei privilegi a partire dalle auto blu. Continuo?
No, passiamo ad altro. Cosa ne pensa del matrimonio tra gay?
Assolutamente favorevole. Sono cattolica e credo, senza indugi, che la Chiesa sbagli ad avere atteggiamenti ostruzionistici e astorici sui temi etici. Sembra rimasta ancorata a due secoli fa. Altro esempio sono i registri comunali sul fine vita: un modello per una legge nazionale che dovremmo fare nel prossimo Parlamento. E’ un fatto di civiltà.
L’ha detto ai vertici del suo partito?
Rispetto al Pd sui diritti civili ho una posizione più avanzata: la convinzione che si debba essere attenti alle sensibilità di tutti cittadini. Bisogna rispettare la dignità umana, in quanto tale, e far sentire chiunque a casa propria. Chiunque, garantendo diritti

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