di Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della
Sinistra
La Federazione della Sinistra ha promosso da alcuni giorni
una petizione popolare nazionale per la tutela e l’estensione dell’articolo 18
dello Statuto dei lavoratori (on line si può firmarequi), che sta già riscontrando un enorme successo, con
centinaia di firme e commenti già lasciati.
Dopo l’aggressione mossa poco meno di dieci anni fa dal governo Berlusconi su mandato di Confindustria e sconfitta anche tramite una meravigliosa manifestazione della Cgil a Roma, l’art. 18 è ora tornato al centro degli attacchi del governo Monti e anche di molti esponenti della coalizione che lo sostiene, compresi alcuni dirigenti del Partito Democratico. Proprio l’allargamento dell’area di quanti vogliono una revisione profonda dell’articolo o addirittura una sua totale cancellazione è un dato preoccupante di fronte al quale non si può assistere in silenzio.
Siamo certi che siano tantissimi coloro i quali vogliono esprimersi direttamente in difesa dell’art. 18, ribadendo inoltre l’idea che un diritto così elementare debba valere per tutti i lavoratori senza limitazioni di sorta.
Per questa ragione, proprio in concomitanza con l’importante manifestazione della Fiom del 9 marzo a Roma, la Federazione della Sinistra ha pensato di dare modo a tutti di partecipare a questa battaglia, mettendo a disposizione lo strumento della petizione, che ci auguriamo raggiunga un grande numero di adesioni in un tempo breve, tale da incidere prima che sia troppo tardi.
Anche per questo chiediamo a tutti i sottoscrittori di darci una mano, promuovendo la pagina internet su cui firmare e richiedendo i moduli cartacei per raccogliere le firme nelle piazze e sui luoghi di lavoro (per info chiamare: 06-44182218 , oppure 06-44182451 ).
Dopo l’aggressione mossa poco meno di dieci anni fa dal governo Berlusconi su mandato di Confindustria e sconfitta anche tramite una meravigliosa manifestazione della Cgil a Roma, l’art. 18 è ora tornato al centro degli attacchi del governo Monti e anche di molti esponenti della coalizione che lo sostiene, compresi alcuni dirigenti del Partito Democratico. Proprio l’allargamento dell’area di quanti vogliono una revisione profonda dell’articolo o addirittura una sua totale cancellazione è un dato preoccupante di fronte al quale non si può assistere in silenzio.
Siamo certi che siano tantissimi coloro i quali vogliono esprimersi direttamente in difesa dell’art. 18, ribadendo inoltre l’idea che un diritto così elementare debba valere per tutti i lavoratori senza limitazioni di sorta.
Per questa ragione, proprio in concomitanza con l’importante manifestazione della Fiom del 9 marzo a Roma, la Federazione della Sinistra ha pensato di dare modo a tutti di partecipare a questa battaglia, mettendo a disposizione lo strumento della petizione, che ci auguriamo raggiunga un grande numero di adesioni in un tempo breve, tale da incidere prima che sia troppo tardi.
Anche per questo chiediamo a tutti i sottoscrittori di darci una mano, promuovendo la pagina internet su cui firmare e richiedendo i moduli cartacei per raccogliere le firme nelle piazze e sui luoghi di lavoro (per info chiamare: 06-44182218 , oppure 06-44182451 ).
Di seguito, il testo della petizione che, insieme alle firme
raccolte, presenteremo al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente
del Senato della Repubblica e al Presidente della Camera dei Deputati.
“Noi sottoscritti/e consideriamo l’articolo 18 dello Statuto
dei Lavoratori una norma di civiltà.
L’obbligo della reintegra di chi viene ingiustamente licenziato è garanzia per ogni singolo lavoratore ed è al tempo stesso il fondamento per l’esercizio dei diritti collettivi delle lavoratrici e dei lavoratori, a partire dal diritto a contrattare salario e condizioni di lavoro dignitose.
Se l’articolo 18 fosse manomesso ogni lavoratrice e ogni lavoratore sarebbe posto in una condizione di precarietà e di ricatto permanente, essendo licenziabile arbitrariamente da parte del datore di lavoro. Se l’articolo 18 fosse manomesso verrebbero minate in radice le agibilità e libertà sindacali.
Per questo motivo va respinta ogni ipotesi di manomissione o aggiramento dell’articolo 18.
L’articolo 18 va invece esteso a tutte le lavoratrici e i lavoratori nelle aziende di ogni dimensione.”
L’obbligo della reintegra di chi viene ingiustamente licenziato è garanzia per ogni singolo lavoratore ed è al tempo stesso il fondamento per l’esercizio dei diritti collettivi delle lavoratrici e dei lavoratori, a partire dal diritto a contrattare salario e condizioni di lavoro dignitose.
Se l’articolo 18 fosse manomesso ogni lavoratrice e ogni lavoratore sarebbe posto in una condizione di precarietà e di ricatto permanente, essendo licenziabile arbitrariamente da parte del datore di lavoro. Se l’articolo 18 fosse manomesso verrebbero minate in radice le agibilità e libertà sindacali.
Per questo motivo va respinta ogni ipotesi di manomissione o aggiramento dell’articolo 18.
L’articolo 18 va invece esteso a tutte le lavoratrici e i lavoratori nelle aziende di ogni dimensione.”
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