Nel Pd è scontro aperto sull’Articolo 18. Dopo
l’intervista di Repubblica a Walter Veltroni, che ha invitato a “superare il
tabù”, arriva la risposta di Stefano Fassina che l’accusa di “stare con il Pd”.
Il governo Monti non è quello di Pier Luigi Bersani perchè “non farà il 100 per
cento di quello che faremmo noi”, dice il responsabile Lavoro del Pd. Walter
Veltroni, invece, sta a suo agio con i professori e anche su quella che si
annuncia la madre delle battaglie, l'Articolo 18, sembra più vicino al ministro
Fornero che alla posizione del Pd. Parole di netta contrapposizione che aprono
la strada ad una clamorosa “scissione” parlamentare qualora non si trovasse
l’accordo tra le parti sociali e si dovesse consolidare la prospettiva di un
rinvio alle Camere. La partita che si gioca, tuttavia, riguarda anche lo stesso
assetto della maggioranza. Le critiche di alludono ai sospetti dentro il Pd su
manovre per una “Grosse Koalition” dopo il governo dei cosiddetti tecnici. Tesi
che trova d'accordo anche il vicesegretario Enrico Letta, per il quale “non
dobbiamo cedere Monti alla destra”. L'attacco del responsabile economico
provoca una reazione in difesa di Veltroni anche da parte di chi non condivide
le proposte nel merito. A parte il “veltroniano” Walter Verini, che dà a
Fassina dell'intollerante, anche Marina Sereni e Dario Ginefra invitano a
rispettare le posizioni di tutti “perchè il Pd è un grande partito dove ci si
confronta senza scomuniche”. Cesare Damiano, strenuo difensore dell'articolo
18, prende le distanze dal merito della tesi di Veltroni ma è attento a
precisare che ognuno “può esprimere le sue libere opinioni, al di là degli
orientamenti largamente prevalenti nel partito, dei quali pure occorrerebbe
tenere conto”. “La mia è una valutazione di merito – dice l’ex ministro del
Lavoro -: in primo luogo, dobbiamo affidare alla trattativa tra governo e parti
sociali il compito di trovare una soluzione condivisa ed unitaria”. “Se questo
non avvenisse avremmo seri problemi politici nei passaggi parlamentari –
aggiunge -. In secondo luogo, bisogna comprendere che il combinato disposto,
superamento della cassa integrazione straordinaria e dell'articolo 18,
creerebbe una situazione occupazionale insostenibile e socialmente esplosiva”.
“Insistere su questo punto – conclude - non vuol dire, a mio avviso, sostenere
una posizione riformista, ma al contrario accettare di portare in Europa, dopo
quello delle pensioni, anche lo scalpo del mercato del lavoro come condizione
per il risanamento del paese. Noi vorremmo, invece, accanto al rigore anche
maggiore equità nelle riforme”. Infine, la dura reazione di Sergio Cofferati,
che si trovò pochi mesi fa a dover difendere Fassina da parte dell’ala
“liberal” del Pd, che ne chiese le dimissione da responsabile del Lavoro. “La
posizione di Veltroni è sbagliata e ha fatto bene Fassina a ricordarglielo”, ha
detto l’ex segretario generale della Cgil. “La nostra condizione economica è
grave, siamo in recessione e c'è una sottovalutazione di quanto ci aspetta che
mi preoccupa moltissimo. L'articolo 18 va lasciato così com'è, non capisco
perché mettervi mano. Poi ho letto della volontà di cancellazione della cassa
integrazione straordinaria. È una drammatizzazione del dramma, quando avremmo
bisogno di protezione”.
lunedì 20 febbraio 2012
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