Pages

 

martedì 6 dicembre 2011

Fiat, Fiom dice no. Landini: «Un accordo gravissimo»

0 commenti
La trattativa Fiat sindacati inizia alle nove e mezza presso la sede dell’Unione industriale a Torino. Divisi dalle transenne e da decine di poliziotti, lontano dagli uffici dove siedono i dirigenti Fiat e le delegazioni di Fim, Fismic, Uilm, Fiom, Ugl e Quadri Fiat, si fronteggiano i militanti del sì e del no all’accordo. E’ una scena drammatica, che racconta come i padroni stanno stravincendo la loro guerra contro i lavoratori divisi da rancore profondo. Alle dieci e mezza circa cinquanta operai Fiat che aderiscono al sindacato di base prova a forzare il blocco della polizia per raggiungere i militanti di Ugl, Cisl, Uil e Fismic. Nasce un tafferuglio con la polizia e volano delle uova ma i due gruppi rimangono separati. Dentro la situazione è ancora peggiore perché la trattativa non c’è, ma viene inscenata solo una farsa affinché la Fiom si alzi tavolo e se ne vada. La delegazione dei metalmeccanici Cgil, capeggiata da Landini e Bellono, appare tranquilla, come se sapessero che l’unica cosa da fare nella giornata odierna è stringere i denti per arrivare alla sera senza aver girato il tavolo. «Per la Fiat - osserva Landini - non c'è nulla da discutere, sta semplicemente spiegando come estenderà Pomigliano. Accordo che continuo a considerare grave sia perchè cancella il contratto nazionale sia perchè è basato sull'esclusione dei sindacati che non piacciono alla Fiat. Noi veniamo al tavolo con le nostre idee e valuteremo cosa succede. Di sicuro non abbiamo firmato Pomigliano e non abbiamo intenzione di firmare l'estensione».
Fuori, tra gli operai che lavorano nelle catene di montaggio si parla di pensioni. Giovanna ha cinquantasette anni e trenta di contributi: “Dovrò lavorare altri sei anni nelle carrozzerie. La Fornero che si commuove di fronte hai giornalisti non sa cosa significhi questo. E mentre il governo mi obbliga a stare in fabbrica altri anni la Fiat vuole cacciarmi via. Questa è la coerenza di chi vuole cambiare questo paese.” Le storie come quella di Giovanna sono diffuse soprattutto fra le donne. Spiega Nina Leone della Fiom: “Questo governo si sta accanendo soprattutto con noi. Le donne che statisticamente guadagnano meno degli uomini con il contributivo perderanno più soldi. E dato che spesso iniziamo a lavorare dopo, magari dopo una maternità, saremo costrette ad andare in pensione quando saremo vecchie e sfinite.”
E mentre i lavoratori discutono di futuro remoto, negli uffici dell’Unione Industriale il nocciolo del problema è come buttare fuori la Fiom da tutto. E’ un argomento particolarmente sentito da tutti i sindacati del sì, ancor più che dalla Fiat. La soluzione arriva alle tre di pomeriggio: Fiat e sindacati moderni abbandonano la sala riunioni, non vogliono più sedere nella stanza dove si trova la Fiom dato che questa rifiuta la firma.
Commenta Landini: «Siamo di fronte ad un attentato alle libertà sindacali che non ha precedenti. Le altre organizzazioni sindacali hanno chiesto di proseguire il negoziato che esclude la Fiom per estendere l'accordo di Pomigliano a tutto il gruppo. Non è più, dunque, una proposta dell'azienda, ma una richiesta delle altre sigle e siccome noi abbiamo detto che non abbandoniamo il tavolo di trattativa, hanno chiesto all'Unione industriale un'altra sala per proseguire il confronto. I sindacati diventano così aziendali e corporativi ed esiste il rischio che questo pericolo possa estendersi. È un fatto gravissimo -conclude- che deve riguardare anche le forze politiche e il governo».
La firma definitiva che prevede l’estensione dell’accordo di Pomigliano da parte di Fim, uilm, Ugl, Fismic e Quadri è prevista per domani mattina.

0 commenti: