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mercoledì 10 luglio 2013

Ilva, i cittadini di Taranto contro il decreto in discussione alla Camera. Petizione consegnata al sindaco

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I rappresentanti del movimento ambientalista 'Taranto respira' hanno consegnato al sindaco una petizione con 7mila firme raccolte nei mesi scorsi attraverso la quale si chiede un impegno concreto per tutelare la salute dei tarantini, compromessa dalle emissioni dell'Ilva e delle altre grandi industrie presenti sul territorio. ''Abbiamo assistito increduli - scrivono gli ambientalisti - all'affannoso susseguirsi di atti e decreti volti a smantellare diritti assoluti, tutelati dalla Costituzione, in nome di un benessere economico nazionale, che non ha riguardato la nostra citta'. E' pero' cresciuta l'aspettativa di rispetto per l'ambiente e per la persona contemporaneamente all'esigenza di uno sviluppo alternativo a quello attuale, rivelatosi nei fatti fallimentare''.

Il movimento 'Taranto respira' chiede al sindaco, in ''qualita' di rappresentante e di garante della dignità e della salute dei suoi concittadini, di farsi portavoce delle nostre istanze, di battersi affinchè i tavoli tecnici si facciano a Taranto, di chiedere conto dei motivi per i quali i fondi promessi a gran voce, in silenzio vengano destinati altrove''. Taranto, concludono gli ambientalisti. ''vuole vivere, la città è stanca di vuote promesse e non può più aspettare''.

Moltissimi cittadini e tanti rappresentanti di associazioni ambientaliste si oppongono al decreto 61 sul commissariamento dell'Ilva, prossimo alla conversione in legge. “A Taranto si va avanti da anni con la decretazione d'urgenza – dicono - senza che il Parlamento, che si limita ad approvare i decreti d'urgenza salva Ilva, intervenga con dei provvedimenti normativi idonei a tutelare una popolazione che sta vivendo una vera e propria emergenza sanitaria e ambientale, prima ancora che occupazionale''.. ''L'intervento della magistratura - e' detto in una nota - viene tempestivamente bloccato da un'azione coordinata a livello istituzionale (Governo/Corte Costituzionale) che pone nel nulla lo sforzo dei magistrati tarantini di dare diritti ad una città dove non esiste più il diritto alla salute e vengono sistematicamente calpestate e violate numerose norme costituzionali, schiacciate da notevoli interessi economici perché l'Ilva è stata dichiarata di interesse strategico nazionale''. Taranto, osservano cittadini e ambientalisti, ''avrebbe potuto vivere di turismo per la bellezza del suo mare e delle sue coste, per la dolcezza delle colline che si perdono nel mare, per la ricchezza delle sue risorse ambientali e umane. E invece e' stata condannata ad un destino di non ritorno, perché ammesso che le bonifiche verranno avviate, il territorio è ormai compromesso dall'inquinamento''. Ma non bisogna lasciare, concludono, ''che la situazione arrivi alla estreme conseguenze di una fine ormai segnata''.


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