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giovedì 20 giugno 2013

Spending review "a maglie larghe" La Corte dei conti censura la Regione

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Durante l'udienza per la "parificazione" del rendiconto di bilancio 2012 il procuratore, Michele Oricchio, ha contestato la nuova legge sui rimborsi ai consiglieri: «C'è sempre terreno fertile per le pessime abitudini», ha detto. POTENZA - Passi il bilancio con tanti complimenti per i risparmi effettuati nella sanità, ma certe «pessime abitudini amministrative» sono difficili a morire e anche dietro l'apparenza della spending review potrebbero nascondersi spazi perché allignino di nuovo.
E' quanto ha sostenuto ieri mattina il procuratore regionale della Corte dei conti Michele Oricchio durante l'udienza per la "parificazione" del rendiconto di bilancio 2012 della Regione Basilicata. La prima dall'entrata in vigore proprio della legge sui tagli agli enti locali che ha rafforzato l’intervento della magistratura contabile nel controllo di gestione finanziaria delle Regioni.
«Prima degli interventi di moralizzazione del settore conseguenti ai recenti scandali», Oricchio ha evidenziato che le spese del Consiglio regionale hanno segnato un incremento. Dopodiché «al fine di ridurre i costi della politica» sono arrivate le leggi che hanno rivisto anche il trattamento economico dei consiglieri, il cui «reale impatto» resterebbe ancora da verificare. «Ma già si sottolineano alcune maglie larghe nelle quali potrebbero ritrovare terreno fertile per alimentarsi alcune pessime abitudini amministrative che hanno recentemente richiesto l’intervento repressivo della Procura della Repubblica di Potenza. Mi riferisco, ad esempio, alla previsione di un rimborso forfettario per ogni consigliere per generiche “spese per l’esercizio del mandato” rideterminato (...) in 4500 euro mensili non rendicontate ed esentasse».
Tra le criticità evidenziate nella relazione approvata dal collegio composto dal presidente nonché relatore Rocco Lotito, il primo referendario Giuseppe Teti e il referendario Donato Luciano, Oricchio si è soffermato in particolare sul ritardo «degli strumenti di programmazione dell’intervento pubblico di sostegno e sviluppo delle aree svantaggiate e cioè il P.O. (Programma Operativo), il F.S.E. (Fondo Sociale Europeo), il P.O. F.E.S.R. (Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale) e il P.S.R. (Programma di Sviluppo Rurale)», dal momento che la Regione «non ha provveduto ad aggiornare il Programma regionale di sviluppo (visto che l’ultimo ad essere stato approvato risulta quello relativo al periodo 1998-2000) e il Documento annuale di programmazione economica e finanziaria (la cui ultima delibera di approvazione risale al 2005)». Anche in violazione delle previsioni di due diverse leggi regionali.
«Non può peraltro non evidenziarsi che “i pagamenti effettuati a favore dei beneficiari del PSR Basilicata 2007/2013, oltre che i trasferimenti comunitari e nazionali relativi allo sviluppo rurale non transitano per il bilancio regionale, bensì per quello dell’AGEA, quale organismo pagatore e tanto anche in considerazione del fatto che a seguito di notevoli inadempienze, che tuttavia non hanno portato all’adozione di significative misure valutative nei confronti dei vertici, l’A.R.B.E.A. ha perso tale funzione giusto decreto n.5166 del 12 maggio 2010 del Ministero delle Politiche agricole e forestali». Così il procuratore, denunciando che «sulle frodi comunitarie e conseguenti multiformi danni erariali che sono riconducibili anche agli episodi di mala gestio rilevati nell’ambito dell’esercizio delle proprie competenze pendono numerose istruttorie in sede di responsabilità amministrativa  che procedono in sinergia con le correlative indagini sovente disposte dalle competenti Procure della Repubblica».
Poi c'è la questione dei ritardi sull'impegno delle somme per gli investimenti già stanziati «che certo non fa onore ai poderosi apparati amministrativi preposti alla gestione di tali risorse». Ma il giudizio resta positivo. Almeno per quest'anno. Se poi di qui a 12 mesi nessuno dei rilievi mossi dovesse essere recepito chissà che non cambi.

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