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martedì 27 novembre 2012

Ilva, operai occupano la direzione. Il governo pensa a un decreto

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Gli operai hanno forzato gli ingressi e sono entrati negli uffici della direzione. Indagato anche sindaco Stefàno: "Sono convinto di non aver sbagliato". L'azienda fa retromarcia: niente cassaintegrazione ai lavoratori. Il governo lavora a un decreto e Clini pensa a una misura come quella per Acerra nel 2008

Più informazioni su: IlvaPatrizia Todisco.
Gli operai in fibrillazione. La Procura a lavoro. La politica che trema, con Vendola costretto a giustificarsi. E il governo che prova a trovare una soluzione (per decreto) con Clini che pensa a una nuova Acerra. Nuova giornata di tensione a Taranto, dopo la chiusura annunciata ieri dal gruppo Riva. Intanto l’Ilva ha riabilitato i badge ai lavoratori dell’area a freddo, disattivati ieri contestualmente all’annuncio che gli impianti sarebbero stati chiusi. La riattivazione è stata fatta nonostante l’attività nell’area resti in gran parte sospesa. Per ora, a quanto si è saputo, continueranno a lavorare i dipendenti dell’area Servizi e manutenzione, con una riduzione del personale al 50 per cento. Tutto il resto sarà fermo almeno fino al pronunciamento del tribunale del Riesame dopo il ricorso presentato da Ilva dopo l’ultimo intervento della magistratura. L’azienda non ricorrerà invece, come aveva annunciato, alla cassa integrazione annunciata nei confronti di 1942 operai dell’area a freddo, che usufruiranno delle ferie o comunque rimarranno a carico dell’Ilva.
Nel frattempo, il governo sta cercando di sbrogliare l’intricatissima matassa. Nel corso di un incontro tenutosi oggi al Quirinale, infatti, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premierMario Monti hanno esaminato le complesse questioni che la vicenda solleva anche in vista del prossimo Cdm dove potrebbe essere presentato un decreto legge. Il ministro dell’Ambiente Clini, invece, si è portato anche oltre, annunciando a SkyTg24 che il decreto sarà pronto entro venerdì.
Intanto è emerso che tra gli indagati della Procura sono finiti anche il sindaco del capoluogo ionicoIppazio Stefàno e un sacerdote, don Marco Gerardo, segretario dell’ex vescovo di Taranto. Tra i nomi iscritti nel registro degli indagati anche quello di un poliziotto. Si tratta di Cataldo De Michele, ispettore in servizio alla Digos della questura di Taranto. L’ipotesi di reato sarebbe rivelazione di segreti d’ufficio. La Procura intanto ha delegato la Guardia di finanza ad eseguire accertamenti a Bari e a Roma in relazione al via libera alla vecchia Autorizzazione integrata ambientale rilasciata il 4 agosto 2011 all’Ilva di Taranto, poi riesaminata e approvata alcune settimane fa. Nelle oltre 500 pagine dell’ordinanza eseguita ieri, numerose pagine, contenenti anche intercettazioni, sono dedicate a dialoghi con funzionari regionali sulle prescrizioni ambientali che l’Ilva avrebbe dovuto rispettare, poi confluite nella vecchia Aia.
Il sacerdote è accusato di false dichiarazioni al pm in relazione ad una presunta tangente di 10mila euro che l’ex responsabile dei rapporti istituzionali dell’Ilva Girolamo Archinà, arrestato ieri, avrebbe consegnato al consulente del Tribunale nonché ex preside del Politecnico di TarantoLorenzo Liberti per addomesticare una perizia sulle fonti di inquinamento. Archinà aveva riferito agli inquirenti che quella somma, prelevata da cassa aziendale, non era destinata a Liberti ma si trattava di una elargizione alla curia tarantina.
Il sindaco di Taranto invece è indagato per omissioni in atti d’ufficio in relazione alle prescrizioni a tutela dell’ambiente cittadino. La sua iscrizione nel registro degli indagati sarebbe un atto dovuto derivante da una denuncia di un consigliere comunale, Filippo Condemi
Quanto all’agente della Digos si fa riferimento a un centinaio di conversazioni telefoniche tra il poliziotto e Archinà nelle quali quest’ultimo sarebbe stato informato dall’ispettore di manifestazioni sindacali e di ambientalisti critiche nei confronti dell’Ilva. In particolare si cita un episodio del 7 giugno 2010 quando il poliziotto avrebbe riferito ad Archinà di un incontro che il procuratore Sebastio aveva avuto in questura con il direttore dell’Arpa Assennato, per chiedergli una relazione sulle emissioni di benzoapirene da parte dell’Ilva.
Il sindaco di Taranto Stefàno si dice “sereno e convinto di non aver sbagliato”. “A dire il vero ho appreso la notizia dai giornalisti”, aggiunge Stefàno, e sarei indagato sulla base di “una denuncia fatta da un consigliere di opposizione – spiega Stefàno – che ha fatto per dieci anni parte della maggioranza che ha portato al dissesto il Comune di Taranto e che non ha fatto niente per l’ambiente, mentre ora mi accusa di omissione di atti di ufficio. Ricordo che sono stato io il primo sindaco a presentare alla magistratura quello che gli stessi magistrati hanno definito un esposto corposo”. “Sono a posto con la mia coscienza e contento che si farà chiarezza: porterò ai magistrati tutti i documenti, fermo restando che gli uomini possono sbagliare, ma comunque non per dolo – conclude Stefàno – In ogni caso io sono sereno e convinto che non ho sbagliato”.
Gli operai occupano la direzione
Stamattina, in concomitanza con il primo turno, diverse centinaia di persone hanno fatto pressione sugli ingressi della portinerie A e e, alla fine, per evitare incidenti, la vigilanza ha deciso di aprire. Ma la situazione più tesa è quella alla portineria D, dove centinaia di lavoratori hanno prima forzato i varchi dello stabilimento e poi sono entrati anche nella direzione del siderurgicooccupandola. Per decisione aziendale, sarebbero dovuti entrare soltanto gli addetti alla manutenzione dell’area a freddo quelli dell’area a caldo e non anche i lavoratori addetti a quei reparti che da ieri sera sono stati fermati per decisione dell’Ilva. 

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