Le elezioni amministrative in Belgio tenutesi lo scorso 14
ottobre, coinvolgendo circa 8 milioni di elettori, hanno configurato un quadro
politico inedito, con qualche conferma e qualche sorpresa rispetto alle
previsioni della vigilia.
Per prima cosa l'insieme delle forze della sinistra comunista
raddoppia il numero degli eletti rispetto allo scorso turno amministrativo e
aumenta i consensi in ogni singolo comune dove ha presentato delle liste. La
media nazionale si attesta intorno al 6% con punte che superano il 13% nelle
zone di Liegi. L’artefice principale di questa avanzata è stato il PTB , il
Partito del Lavoro del Belgio, che avanza più del previsto nel nord del paese e
nei grandi centri urbani, come Liegi, Anversa e Bruxelles. Lo straordinario
risultato nella zona fiamminga del paese da parte del PTB e’ ancora piu’
importante alla luce dell’avanzata dell’estrema destra dell’ NVA.
In ogni caso per la prima volta in Belgio la protesta
proletaria va a sinistra. Per la prima volta in Vallonia, da 20 anni a oggi, i
comunisti (PTB e gli altri pezzi della sinistra comunista) superano l'estrema
destra. Come sappiamo in situazioni di crisi non è affatto scontato che la
protesta si incanali verso la sinistra politica, anzi è vero spesso il
contrario come dimostrato di recente in grecia con l’avanzare dei neonazisti di
Alba Dorata.
Ma il sapiente e continuo lavoro di radicamento politico,
lavoro di massa si sarebbe chiamato un tempo, sta cominciando a dare i suoi
frutti. All'interno delle maggiori lotte sociali che stanno attraversando il
Belgio, come la chiusura delle acciaierie della Arcelor Mittal, la sinistra
comunista e sopratutto il PTB ne è un protagonista accanto ai lavoratori,
ricevendo plausi e sostegno anche da larga parte delle centrali sindacali
tradizionalmente molto vicine al partito socialista.
Laddove le forze della sinistra comunista si sono presentate
in liste comuni con un unico simbolo il risultato é stato migliore della somma
delle singole liste. Restano margini di miglioramento per una maggiore
convergenza tra il variegato arcipelago comunista (di cui fanno parte oltre al
PTB anche il Partito Comunista, alcuni raggruppamenti troskista e il Partito
Umanista) sopratutto in alcune aree del sud del Belgio. Diciamo che l’unitá
delle forze anti-capitaliste dimostra ancora una volta di essere visto come un
fenomeno molto positivo da parte dei lavoratori e dei soggetti sociali piú deboli.
Buono il risultato dei compagni del PRC e del PdCI candidati in diverse liste
della sinistra, che conferma l’obiettivo delle forze che fanno parte della
Federazione della Sinistra di incrementare il livello di cooperazione con i
partiti belga, in modo da rappresentare in maniera piú adeguata e sistematica
le esigenze della comunitá migrante italiana in Belgio.
Nelle Fiandre netto avanzamento della destra dell'NVA,
partito nato solo sei anni fa con un chiaro programma di estrema destra sia in
politica che in economia, separatista e xenofobo, purtroppo sostenuto dalla
maggior parte dei mezzi di comunicazione, che cresce e si impone pesantemente
inglobando al suo interno molti personaggi di ispirazione neofascista che fino
a ieri facevano riferimento al Vlaams Belang, un partito dichiaratamente
neonazista.
Il partito Socialista francofono del premier Di Rupo pur
soffrendo in alcune aree del paese non ha registrato il pesante calo
pronosticato alla vigilia, anzi nelle sue aree storiche di radicamento del sud
del Belgio registra anche qualche aumento dei consensi. Visto il buon risultato
delle destre nel nord, da molti letto come una risposta alle politiche
recessive e antisociali del governo DiRupo, si apre una fase di riequilibrio
all'interno della coalizione di governo nazionale che riunisce quasi tutto lo
schieramento politico belga in uno schema simili al governo Monti. Bene hanno
fatto i verdi di Ecolo/Groen e i liberali. Una certa flessione è stata
registrata in casa dei democristiani del CD&V. Il Partito dei Pirati
ottiene un risultato inferiore al 2´%, recuperato sopratutto nei grandi centri
urbani.
La netta avanzata delle forze della sinistra comunista,
riconosciuta per forza di cose anche dai partiti maggiori e dalla stampa, apre
uno scenario in cui, dopo circa un ventennio di marginalità, le forze a
sinistra del partito socialista in un paese con forte tradizione
socialdemocratica, stanno capitalizzando a livello elettorale il loro crescente
radicamento sociale. Questo apre un ottimo orizzonte alla possibilità che la
sinistra comunista belga torni a difendere i diritti dei lavoratori e dei
soggetti investiti dalla crisi dagli scranni del parlamento nazionale alle
prossime elezioni generali del 2014.
0 commenti:
Posta un commento