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domenica 26 febbraio 2012

NON TAV STREPITOSO SUCCESSO DEL CORTEO A SUSA

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Un grandissimo corteo per dire ancora un “No” alla Tav e per mettere in piazza l’abbraccio solidale agli arrestati. 8 chilometri di slogan da Bussoleno fino a Susa aperti da un carro di carnevale con una piovra gigante e diversi personaggi, dedicato alla Bce e alla finanza globale. Subito dietro il cartello “Amici e parenti No Tav”, accompagnato dalle foto degli arrestati. Dal palco annunciano non meno di settancinquemila partecipanti.
No Tav, Comunità Montana e amministrazioni valsusine di centro-sinistra, fatta eccezione per i Comuni di Villardora e Sant'Antonino di Susa, però, stavolta sono riusciti ad attrarre anche tanta partecipazione da tutta Italia (pullman da Roma, Bergamo, Milano, Perugia). Innanzitutto, per il risultato politico dell’unità nonostante la campagna dei mass media, il tentativo del Pd di ritirare le tessere ai “dissidenti” e l’azione repressiva della magistratura. E poi perché lanciano un chiaro segnale di ripartenza in un momento in cui tutta l’Italia guarda alla mobilitazione del 9 marzo come l’inizio di un percorso antiliberista. Per Alberto Perino, uno dei leader del movimento “No Tav”, “dobbiamo continuare a dire no alla Tav e non fermarci mai".
Nel serpentone anche diverse bandiere di partiti (Verdi, Rifondazione Comunista, Sel, Comunisti Italiani, Movimento 5 Stelle) e di varie associazioni.
Il “legal team” del Movimento No Tav, intanto, annuncia che impugnerà gli eventuali espropri dei terreni nella zona del cantiere in località La Maddalena di Chiomonte (Torino) se questi verranno effettuati soltanto mediante un'ordinanza prefettizia. “Porteremo il provvedimento davanti al Tar del Piemonte - sostengono gli avvocati - per violazione dell'art.2 del testo unico sulla pubblica sicurezza, in quanto non vi è alcuna urgenza e vi sono altri strumenti per provvedere a espropriare i terreni in maniera corretta”. Il Governo, infatti, vuole occupare militarmente la valle. Su questo passaggio paradossale, il commento del sindaco di Napoli De Magistris è molto netto: "Non è un buon segnale, testimonia un rischio inaccettabile per uno stato democratico: la criminalizzazione del dissenso e del movimento per via giudiziaria, la volontà di trasformare un confronto politico in conflitto muscolare fra Stato, governo e cittadine e cittadini. Un rischio che coinvolge tutto il paese perchè riguarda tutti i movimenti nati a difesa del territorio come bene comune: dal No dal Molin passando all'opposizione verso le discariche per finire al rifiuto del ponte sullo Stretto". «I movimenti - aggiunge il sindaco che non essendo presente ha fatto arrivare ugualmente la sua solidarietà - non si arrestano perchè non si criminalizzano. Si ascoltano e soprattutto si consultano. Senza condivisione, non si procede".
“La presenza di così tanta gente al corteo è la migliore risposta a chi vuole trasformare il movimento No Tav in un problema di ordine pubblico”, dice Paolo Ferrero, leader di Rifondazione Comunista. “Il movimento - ha aggiunto Ferrero - ha le sue ragioni e continua a sostenerle”. Tra gli altri anche il segretario della Fiom Maurizio Landini. “La Fiom è da sempre parte di questo movimento, perchè i nostri valori si incrociano con le battaglie di questo territorio che hanno respiro più ampio perchè pongono il problema di un modello diverso di sostenibilità ambientale”, ha detto, marciando alla testa al corteo del Movimento No Tav. “Servono - ha aggiunto Landini - nuove politiche per difendere l'occupazione e cambiare modello di sviluppo. Per queste ragioni abbiamo proclamato lo sciopero generale del prossimo 9 marzo a Roma”.

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