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martedì 27 settembre 2011

Diritti, riunifichiamo tutte le lotte" La Fiom non cambia linea

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·         La Fiom non cambia linea. Chi ha letto nella conclusione unitaria dell'assemblea nazionale dei delegati e nella buona accoglienza riservata a Susanna Camusso un cambiamento di rotta dei metalmeccanici Cgil, un rientro «nei ranghi», ha preso un abbaglio. Parola di Maurizio Landini. Il segretario generale della Fiom ci rilascia questa intervista a conclusione dell'assemblea degli «indignati», in preparazione della giornata europea del 15 ottobre. Segno anche questo che la linea non cambia, e non cambiano le alleanze: con gli studenti, i precari, l'ambientalismo, i movimenti nati sul territorio contro le politiche liberiste e antipopolari. L'obiettivo è «la riunificazione delle lotte che hanno al centro diritti, dignità, un modello di sviluppo alternativo a quello che cancella ogni vincolo sociale e ambientale».

A pochi giorni dalla ratifica della firma di Susanna Camusso con Cisl, Uil e Confindustria, in calce all'accordo del 28 giugno che voi contestate, improvvisamente la Fiom ritrova l'unità e si riapre positivamente il confronto con la Cgil? Chi è andato a Canossa, tu o la Camusso?
Nessuno dei due. Io sono un sindacalista e sto al merito delle questioni: sulle politiche contrattuali, sia l'opposizione agli accordi separati che la rottura con la Fiat di Marchionne non hanno visto forti divisioni tra Fiom e Cgil. Comune è il giudizio negativo sull'articolo 8 della manovra. Noi abbiamo costruito una proposta convincente e condivisa sulla piattaforma contrattuale con un lavoro determinato nel territorio nell'ultimo anno e mezzo segnato da difficoltà e conflitti. Un'esperienza che ha unito l'organizzazione e rafforzato il rapporto con i lavoratori, ma anche posto le condizioni per una ripresa di un confronto più sereno con la nostra confederazione, che ha assunto la piattaforma votata quasi all'unanimità. Ciò non toglie che sull'accordo del 28 giugno e sulla decisione di ratificare la firma della Cgil senza consultare i lavoratori restano due giudizi diversi, esplicitati nella mia relazione, nell'intervento di Camusso e nel dibattito. La dialettica è molto forte, ma è possibile uscirne positivamente.

Veniamo alla piattaforma contrattuale. Quali sono gli aspetti caratterizzanti?
Al primo punto metterei la definizione di un accordo con tutte le controparti sulle regole democratiche, per evitare nuovi accordi separati. Come? Innanzitutto garantendo sempre il voto dei lavoratori. Questa condizione non è garantita dall'accordo del 28 giugno, e tantomento dall'articolo 8 della manovra. Chiediamo a tutti, sindacati e organizzazioni imprenditoriali, un atto di responsabilità per chiudere una stagione orribile, segnata da idee e contratti diversi: c'è chi come noi riconosce quello del 2008 oggi in scandenza e chi invece si rifà a quello separato del 2009. La Fiom vuole riconquistare il contratto unitario, sottoscritto da tutti, questo è l'asse portante della nostra piattaforma assunta dalla Cgil.

Fa discutere la disponibilità della Fiom a raffreddare il conflitto. Non sarà un modo sotterraneo per accettare la sospensione del diritto di sciopero?
Noi difendiamo il contratto nazionale, il suo primato all'interno del sistema contrattuale, la sua non derogabilità. In qualche caso, penso all'informatica o alle istallazioni telefoniche, è possibile che il contratto nazionale che resta uguale per tutti e ovunque, demandi al contratto aziendale la definizione di normative congrue con la specificità dei singoli settori, in materia di orari, trasferte e quant'altro. Vogliamo anche noi qualificare la contrattazione nelle aziende e il ruolo delle Rsu, e a questo scopo chiediamo alle controparti informazioni preventive sulle eventuali modifiche dell'organizzazione del lavoro, sulle ristrutturazioni, sui progetti, sui trasferimenti, per farla finita con l'unilateralità delle imprese. Se si accetta questo principio, se dentro la crisi si riconosce il ruolo del sindacato e si smette di attaccare i diritti dei lavoratori, allora anche noi siamo disponibili ad evitare azioni unilaterali. Oggi non abbiamo né informazioni né confronto sindacale ma solo aggressioni ai diritti sindacali e del lavoro. Senza un accordo chiaro, controfirmato e rispettato è impensabile qualsiasi raffreddamento del conflitto.

Che cosa ha prodotto in piattaforma il rapporto costruito con il mondo giovanile e il precariato?
Ci diciamo disponibili a un maggior utilizzo degli impianti previa contrattazione, ma se ci si chiede di andare oltre la situazione attuale, si pone il problema della riduzione degli orari e l'aumento dell'occupazione. E alle controparti chiediamo di sviluppare un'azione comune nei confronti del governo per favorire la stabilizzazione dei precari. Ribadiamo, a parità di prestazione parità di diritti e condizioni lavorative. Le forme di lavoro temporaneo devono costare di più, proprio per stabilizzare i lavoratori. Infine, accettiamo la trimestralizzazione del contratto e per questo chiediamo un aumento salariale di 208 euro tra il 3° e il 5° livello. Questo aumento dovrebbe essere detassato.

Come pensate di continuare la battaglia contro l'articolo 8 della manovra?
Andremo avanti fino al ripristino del diritto del lavoro, la nostra piattaforma è alternativa all'articolo 8. Qui c'è un punto di unità con la Cgil e con il paese, come testimonia lo straordinario successo dello sciopero del 6 settembre che ha convinto tante persone anche esterne alla Cgil, magari iscritte ad altre organizzazioni. Condividiamo la scelta della confederazione di ricorrere alla Corte costituzionale, ma se ciò non bastasse dovremmo continuare con le lotte, fino a organizzare un referendum popolare abrogativo dell'articolo 8. Non sarà soltanto questa battaglia a caratterizzare l'iniziativa della Fiom. Abbiamo deciso 8 ore di sciopero per proseguire nel territorio la mobilitazione avviata con lo sciopero generale. Poi terremo un'assemblea generale dei delegati Fiat per decidere insieme iniziative, così come avverrà in altri gruppi come la Finmeccanica. L'obiettivo resta la riunificazione delle lotte, a cui non è estraneo l'impegno sociale per la caduta del governo Berlusconi.

La battaglia contro Berlusconi legittima l'alleanza con la Confindustria che chiede più privatizzazioni e liberalizzazioni, mentre pratica l'attacco ai diritti?
Certo che no. Ho letto il manifesto di Confindustria, teso a peggiorare le politiche sociali ed economiche del governo. Noi ci battiamo contro la filosofia che ha prodotto la crisi e contro una risposta che si fonda sulla stessa filosofia e sulle stesse persone.

Hai faticato a spiegare agli indignati che la Fiom non cambia la sua linea in nome di esigenze superiori?
Nessuna fatica, e per altro nessun sospetto all'assemblea sul 15 ottobre. La Fiom è un sindacato, le sue posizioni e le sue battaglie sono note e se queste incontrano la condivisione della Cgil credo che ciò faccia bene alla Fiom, alla Cgil, ai lavoratori e ai movimenti.

I COMMENTI:
·         Per l’attuale Segretario al Tesoro degli United States of America, Timoty Geithner, «l’Europa deve fare di più». Altrimenti – ha tenuto a sottolineare – «si va incontro ad una possibile catastrofe» (sic!).
In modo un po’ più esplicito, diciamo che il suddetto autorevole e sfrontato Ministro del governo dei “padroni del mondo” – nel corso dell’ultimo meeting annuale del Fondo monetario internazionale di Washington (23-25 Settembre 2011) – ci ha fatto ufficialmente sapere che, per permettere agli all’incirca 308.745.538 abitanti di Yankees-Land di continuare a vivere e ad operare al di sopra dei loro mezzi, noi boveri colonizzati italiani ed europei dobbiamo assolutamente fare altri sforzi, stringere maggiormente la nostra cintura e compiere ulteriori e supplementari sacrifici. Se necessario, fino allo spasimo ed, eventualmente, fino all’agonia o al trapasso.
Questi delinquenti! Vi rendete conto, inoltre, da quale pulpito viene la sopraindicata predica?
Loro – i “buoni” del Mondo – creano “voragini” finanziarie paurose nell’ambito della loro economia e di quelle del resto delle Nazioni del Pianeta; sempre loro – con la furbesca e ingannevole ideologia del globalismo a senso unico – ci obbligano ad entrare in concorrenza industriale e commerciale con Paesi il cui salario minimo delle maestranze tende ad oscillare tra i 18 ed i 20 dollari al mese; ininterrottamente loro – con la scusa della lotta contro il terrorismo – continuano a scatenare e ad alimentare guerre a non finire nei Paesi Terzo mondo, con parcelle miliardarie da pagare; incessantemente loro e sempre loro continuano a stampare tonnellate e tonnellate di cartaccia da w.c. che ancora hanno la faccia di bronzo di definire “dollaro”, e noi Italiani/Europei, per poterli davvero fare contenti ed appagati (poverini… ci hanno “liberato”!), dovremmo – con l’indefesso ausilio e la quotidiana, servile ed interessata complicità dei maggiordomi/kapò delle classi dirigenti (destra, sinistra, centro = kif kif) e dei responsabili pro-tempore delle bankgangster di casa nostra – pagare le spese dei loro disastri epocali!
La catastrofe? Ben venga, Sig. Ministro dell’Impero USA. Vogliamo la catastrofe.
 
Anzi: evviva la catastrofe!
E non ci vengano a rimettere sul tappeto la storiella del debito sovrano (l’unica sovranità che resta ai nostri Stati!)…

Chi ha contratto i debiti – senza la preventiva, consenziente e documentabile autorizzazione del popolo sovrano – li paghi. E li paghi di tasca propria! Altro che pretendere di continuare a farli costantemente saldare a noi, attraverso i soliti ed inaccettabili aumenti delle tasse, dei ticket, dell’IVA, delle sigarette, della benzina o del gasolio; oppure, imponendo unilateralmente all’uomo della strada il banditesco, intollerabile ed inammissibile innalzamento dell’età della pensione (brutti ladri e farabutti, ridateci semplicemente i soldi che abbiamo versato fino ad oggi, anche senza interessi, che ce lo faremo da noi stessi il nostro vitalizio!); o ancora, l’arbitrario e furfantesco taglio dei contributi ai Comuni ed agli Enti locali, alla Sanità, ai servizi pubblici, alla ricerca ed all’Università; ovvero, mettendo mafiosamente in (s)vendita, al maggior offerente, i migliori e più quotati “gioielli di famiglia” imprenditoriali ed industriali del nostro Paese, gli immobili delle caserme, dei musei, delle biblioteche, dei ministeri, e perfino le spiagge, i parchi nazionali, il Colosseo, l’Arco di Tito o di Costantino o di Traiano, la torre di Pisa, i Templi greci di Agrigento o di Poseidonia/Paestum, senza contare gli altri innumerevoli monumenti della nostra storica e secolare Nazione.

I suddetti “signori dell’oro” (virtuale ed elettronico, naturalmente!) debbono sapere che i liberi e sovrani cittadini d’Italia e d’Europa ne hanno le scatole piene di farsi ininterrottamente borseggiare e depredare da bande organizzate di rapinatori internazionali che sono puntualmente coadiuvate, sostenute e protette da schiere di mercenari nostrani (di destra, di sinistra e di centro) in camicia e cravatta che – oltre ad essere sfacciatamente al servizio di potenze straniere e di interessi unicamente cosmopoliti ed anti-nazionali – pretendono arrogantemente “governarci” per conto terzi, per meglio potere offrire allo Shylock di turno, la consueto e rituale “libbra di carne” di shakespeariana memoria.

Tanto per mettere i puntini sulle “i”: ma chi se ne frega se i nostri Stati e le nostre banche dovessero andare prossimamente in default (cioè, in stato d’insolvenza sui loro propri debiti)? Chi se ne frega se un Berluska o qualunque altro Paperon de Paperoni nostrano o forestiero rischierà di perdere il 70 o il 100% del suo patrimonio e, magari, non potrà più pagarsi, come prima, i suoi frequenti ed abituali bunga-bunga? Se l’Euro e l’Europa delle banche se ne andranno (finalmente) a carte quarantotto? Se un Trichet o un Draghi o un Monti sarà scontento? Se una Merkel o un Sarkozy o un Cameron o un Napolitano avranno qualcosa da ridire o da protestare? Se gli USA, la BCE, il FMI o la Banca Mondiale storceranno il naso? Se un Marchionne ed un John Jacob Philip Elkann qualsiasi decideranno di trasferirsi definitivamente nell’Amerika dei loro sogni (ovviamente, non prima di avere restituito, fino all’ultimo centesimo, i miliardi di miliardi di lire e di euro che l’impresa FIAT & C. – cioè, Lancia, Alfa Romeo, Maserati, Ferrari, Abarth, etc. – ha costantemente ricevuto dallo Stato italiano – quindi, dal contribuente: cioè, da noi! – dal 1923 ad oggi)? E chi se ne frega, infine, per dirla proprio tutta, se certe isteriche, crocidanti, sbilenche e complessate industrialotte di origine lumbard – che tendono costantemente ed indebitamente ad atteggiarsi a lungimiranti o provvidenziali statiste da manuale e, di conseguenza, ad impartire ordini perentori, assoluti ed indiscutibili a tutto il Paese – si dovessero trovare in carenza di ordinari proventi, per tentare, ad esempio, di poter continuare a farsi medicare le infinite e permanenti papule dei loro cronici ed esiziali acne iuvenilis?

Vadano tutti a zappare (con tutta la terra incolta o lasciata in abbandono che c’è, in Italia, in Europa e nel Mondo!), se vogliono continuare a campare!

L’ora è ormai venuta, mi sembra – per noi popolo lavoratore, produttore e consumatore dell’Italia e dell’Europa – di ribellarci e di smettere di pagare.

Basta, insomma, di farci turlupinare e bidonare! Tiriamo fuori dal nostro ventre l’abbondante rabbia che abbiamo pazientemente accumulato negli ultimi 66 anni di costante asservimento al Capitale. Incominciamo a manifestare la nostra collera e la nostra indignazione. E tentiamo tutti assieme, prima che sia troppo tardi, di riconquistare – costi quel che costi, e nel più breve tempo possibile – la nostra indispensabile e non negoziabile libertà, indipendenza, autodeterminazione e sovranità politica, economica, culturale e militare. E soprattutto, il nostro inalienabile e sacrosanto diritto di poter vivere ed operare, come meglio lo intendiamo o lo preferiamo, in pace e dignità, all’interno di un mondo a misura umana, senza più parassiti istituzionali o privati; senza sfruttatori e papponi di casta; senza “furbetti del quartierino”; senza “P2”, “P3”, “P4”, “P5”, etc.; senza mascalzoni in doppiopetto che il giorno fanno finta di litigare in Parlamento e la notte vanno a rubare assieme (come i ladri di Pisa) per continuare sistematicamente ed impunemente a rimpinguare i loro già lauti stipendi e le loro già sostanziose prebende; senza più anonimi, intoccabili e non tassabili speculatori nazionali ed internazionali che dopo avere dilapidato qualcuno dei loro infiniti impulsi elettronici al gioco borsistico dei Monopoli cercano furbescamente di socializzare a loro vantaggio – in soldi veri (i nostri!) ed a nostro completo danno e pregiudizio – le loro perdite nominali; un mondo, per finire, senza più lazzaroni e cialtroni di Stato o di Governo che invece di difendere l’interesse generale della società, continuano semplicemente a depredare e ad immiserire le fasce più povere e bisognose del nostro Popolo-Nazione, per meglio potere riuscire a rimpolpare i già ricchi ed i più traboccanti.

Ora, se per cercare di ottenere tutto questo, sarà necessario passare per la catastrofe finanziaria generalizzata che ci viene annunciata perfino dall’ultimo G-20, ben venga la catastrofe. Ben venga l’azzeramento di tutto. Ben venga la Rivoluzione!

Noi ordinari cittadini dell’Italia e dell’Euopa, se ancora abbiamo un minimo di rispetto per noi stessi ed un po’ di umana dignità, ci dobbiamo concordemente ribellare, impegnandoci individualmente e collettivamente a non pagare più nulla. E meno di ogni altra cosa, gli aggiuntivi ed inutili 3 mila miliardi di dollari/euro (di chiacchiere…, tanto siamo noi che, nei loro piani preventivi, saremo costretti a pagarli!) dell’ultimo e cosiddetto maxi-piano d’emergenza che sarebbe stato messo a punto nei giorni scorsi a Washington dai “grandi” della Terra e rivelato in anteprima dal Sunday Times, per tentare di salvare l’euro, ricapitalizzando le banche, e dando più risorse all’ennesimo, inefficace e fraudolento fondo salva-Stati.

Finiamola, una volta per tutte, di continuare a tollerare certe rapine!

Ecco – se fosse ancora necessario doverlo suggerire – cosa dovremo rispondere ai nostri ostinati ed incorreggibili affamatori: inutile provare a chiederci il nostro ennesimo contributo di sacrifici, di lacrime e di sangue, per cercare di togliervi d’impaccio ed agevolare le vostre strategie. Noi liberi e sovrani cittadini italiani ed europei non siamo più disposti a pagare nulla ai provetti manovratori dell’usurocrazia mondiale. Neanche un centesimo!

Diciamo, per concludere, che per tentare di potere concretamente riuscire a carpirci ancora qualche ennesimo ed illegittimo sgheo, gli striscianti ed asserviti valvassini della finanza internazionale dei nostri pseudo-Stati e pseudo-Governi dovranno obbligatoriamente essere costretti ad inviarci i Carabinieri, casa per casa, per sottrarci manu militari il previsto ed indebito montante delle loro eventuali gabelle. E noi sapremo, allora – se la Forza pubblica accetterà, contro ogni logica ed ogni buonsenso, di permettere la criminale perpetuazione di una tale rapina collettiva – come difenderci e come contrattaccare!

Va da sé, pertanto, che chiunque accetterà comunque di continuare spontaneamente a pagare, anche al di là delle sue fruibili o disponibili risorse, oltre a confermare – a se stesso ed agli altri – la sua vergognosa e ripugnante condizione di schiavo volontario e contento, non potra essere considerato nient’altro, ai nostri occhi, che un volgare e consapevole complice dei nostri insaziabili e vampireschi sfruttatori di sempre. E come tale, davanti al tribunale della Storia, non potrà che meritare, come minimo, la forca!
DI ALBERTO B. MARIANTONI
mirorenzaglia.org
 27-09-2011 09:54 - evviva la catastrofe!
·         Beh io starei molto attento a parlare di referendum per abolire l'art. 8 della manovra, perchè i ricordi della sconfitta al referendum sulla scala mobile sono ancora vivi.

Semmai concordo con Landini di costringere l'attuale opposizione che si appresta
( forse) a governare a prendere un impegno ( questa volta in anticipo) per l'abolizione di tale articolo, come altrettanto sulla legge 30.
Altrimenti se lo possono scordare il nostro voto 27-09-2011 00:48 - Gennaro
·         La verità si è capita un pò tutti.L'ALTERNATIVA politica,di un nuovo progetto di paese e di mondo,sta avanzando giono dopo giorno.Non c'è più tempo per i giochini di palazzo.Questo confindustria insieme al sindacato dei sindacalisti(questo vuol dire la firma della stessa cgil)hanno capito molto bene.Dico a Landini soltanto in un contesto disperato come il nostro,di prendersi le proprie responsabilità,quelle responsabilità che in questo paese non si prendono mai.Il cambiamento è nelle nostre mani,dobbiamo riprendercelo per il bene nostro e deei nostri figliL'analisi di stare fuori o dentro la cgil è alquanto complessa,ma và fatta.Penso che la cgil in questo momento non siano più i nostri riferimenti,il nostro immaginario di futuro 27-09-2011 00:10 - claudio claudio-mosca@hotmail.it
·         e VOILA' LA FIOM HA CALATO LE BRAGHE.
SI RIENTRA NEI RANGHI!!!!! E DI CORSA.
VORRAI MICA PERDERE LA POLTRONA?
E GIA' FANNO COMODO LE SOVVENZIONI DEI 730 DEI PATRONATI, sai quanti burocrati a spasso se mollate la cgil.
CHE DELUSIONE LA FIOM. 26-09-2011 23:54 - SALVATORE USB PINEROLO
·         landini il mio massimo rispetto! Ma la fiom e a un bivio, o con la cgil e da sola,non e più compatibile la fiom nella cgil! 26-09-2011 19:20 - tony.
·         compagno landini,la fiom non è mai stata sprovveduta su quello che ha sostenuto e continua a sostenere.Prima della crisi dei mutui americani proprio la fiom lanciava segnali preoccupenti anche perchè forti di una struttura internazionalista,figuriamici se poteva venire marchionne a raccontarci la storiella delle caramelle avvelenate.Ma come ogni persona non onesta intellettualmente l,'AD della fiat ha rimediato quello che si merita.Per i lavoratori la fiom deve restare un punto di riferimento per le nuove sfide che ci attendono.Vediamo La d.ssa marcegaglia cosa pone sul piatto della bilancia.Una cosa è certa il sud consuma i prodotti delle aziende del nord della serie siamo un paguro bernardo........... 26-09-2011 19:07 - sergej
·         Mi sembra un'ottima proposta quella di un referendum per far abrogare l'articolo 8, anche se non è un'iniziativa che risolve tutto, ovviamente, ma è comunque molto importante perchè ristabilirebbe una barriera invalicabile dei diritti del lavoro. 26-09-2011 17:51 - patrizia
·         Caro Maurizio,dai retta al tuo omonimo,porta i lavoratori in piazza.Portali subito,non aspettare perche il ferro si batte quando è caldo.Siamo in guerra!
La classe operaia è stata oggetto di depretamento salariale.
Per salvare le banche e il mondo dei soldi,la classe operaia è stata scelta dai borghesi di destra,ma anche di sinistra come agnello sacrificale.
I nostri soldi,i nostri anni di lavoro e il nostro futuro è stato preso in ostaggio dai banchieri di tutto il mondo.
Parlano della Cina e dei mercati,ma tu Maurizio,lo sai che c'è un solo mercato e che i cinesi se lavorano,lavorano nel mercato globale.
Quando i componenti delle nostre industrie li costrivano in Cina,andava tutto bene;ora che i cinesi portano i loro prodotti finiti e assemblati,va tutto male.
La signora della confindustria vuole riforme subito e tu sai di che cosa si parla.
Tu sei il segretario della FIOM,io non sono un metalmeccanico,ma abbiamo fatto tante lotte insieme che oggi posso dire di essere uno di voi.
Ho lavorato nell'indotto e conosco le fabbriche anche se non ho mai avuto una tuta blu.
Conosco il frastuono dei rulli e delle macchine.
conosco la puzza degli acidi e delle vernici.
conosco le lamiere e i pezzi taglienti.
Per una di quelle mi manca un pezzo di dito.
Maurizio,non tentennare.
Tu sei un compagno che potrebbe diventare il più importante della sinistra,solo se hai il coraggio di scendere in politica.
Oggi non basta difendere il salario.Quando si è attaccati in questo modo,restare all'angolo è un suicidio.Bisogna attaccare e subito!
Sciopero politico!
Questa volta si parla di politica!

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